di Vincenzo Schillirò
Catania, una delle città più visitate del sud Italia, oltre un milione di presenze turistiche nel 2017, eppure immersa nell’inciviltà dei catanesi stessi.
Facendo un giro, dalla centralissima piazza Duomo al frequentatissimo viale Mario Rapisardi, attraversando tutto il centro storico, oltre alle innumerevoli botteghe aperte che vendono dai prodotti più tipici a quelli più commerciali, notiamo subito le strade immerse nella sporcizia: mozziconi di sigaretta, bucce di agrumi, cocci di vetro e feci di animali.
Qui non parliamo del servizio di pulizia cittadino, bensì di taluni cittadini, ormai abituati a lasciar cadere dalle proprie mani, qualsiasi cosa sia ritenuta spazzatura, anche quando il cassonetto si trova a pochi metri.
Parlando con alcuni commercianti del viale Mario Rapisardi, ci raccontano che la cosa più fastidiosa è il dover spazzare via gli escrementi dei cani, i quali fanno i propri bisogni davanti le botteghe. Tutto ciò avviene al guinzaglio dei propri possessori, che non solo lasciano fare, ma non si curano nemmeno della raccolta delle feci.
Ben informati, chiedono: “La legge prevede sanzioni da 25€ a 150€, per chi viene trovato sia senza il necessario per la raccolta, sia per chi viene visto a non raccogliere. A Catania dove sono i controlli?”.
Girando sempre nella stessa zona, incrociando alcuni possessori di cani, ho chiesto loro se trovassero corretto ciò di cui si lamentano i commercianti, le risposte sono state atipiche: hanno risposto dichiarando che non è giusto, e che proprio a causa di persone come “questi padroni” si trovano spesso polpette avvelenate per le vie. È un vero e proprio circolo vizioso, entrambi i lati si vendicano con in propri mezzi, non sarebbe più semplice se di tanto in tanto qualcuno facesse qualche verbale anche a chi trasgredisce questa legge?